Diagnosi e gestione dell’ipertensione arteriosa resistente

L’American Heart Association ha aggiornato le sue linee guida del 2008 sul rilevamento e la gestione dell’ipertensione resistente, definita come pressione sanguigna superiore al target >130/80 mm Hg nonostante l’uso concomitante di 3 classi di farmaci antipertensivi, compreso comunemente un calcio antagonista ad azione prolungata, un bloccante del sistema renina-angiotensina (angiotensina inibitore dell’enzima o inibitore del recettore dell’angiotensina) e un diuretico.

E’ opportuno ricordare che i farmaci antinfiammatori non steroidei da banco (FANS), inclusi ibuprofene, aspirina, naprossene e alcuni farmaci di prescrizione, come i contraccettivi orali, possono far aumentare la pressione sanguigna, come può fare anche il cosiddetto “effetto camice bianco”, durante la misurazione eseguita dal medico in ambulatorio.

Secondo le linee guida, pubblicate sulla rivista “Hypertension“, se la pressione sanguigna rimane superiore al target nonostante uno stile di vita ottimale e l’aderenza a un regime farmacologico, i medici dovrebbero considerare il passaggio da idroclorotiazide a clortalidone o indapamide.

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