Una ricerca condotta da un team internazionale che coinvolge Scuola Normale di Pisa (Laboratorio Bio@SNS), Istituto Leibniz di Jena per lo studio dell’invecchiamento e Stanford University, in collaborazione anche con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e con l’Università di Trieste, mostra che l’invecchiamento compromette selettivamente la produzione di proteine legate al DNA e all’RNA, contribuendo ai segni distintivi dell’invecchiamento cerebrale.
La proteostasi, essenziale per la qualità delle proteine, si deteriora con l’età, portando all’accumulo di aggregati proteici dannosi. Gli scienziati hanno esplorato se questa compromissione guida altri cambiamenti legati all’invecchiamento.
Utilizzando i killifish africani come modello, i ricercatori hanno sviluppato metodi per inibire parzialmente il proteasoma e hanno analizzato come la traduzione dell’mRNA influisce sulla produzione proteica durante l’invecchiamento.
L’invecchiamento porta a una riduzione delle proteine ricche di amminoacidi basici, essenziali per l’espressione genica e la funzione mitocondriale, nonostante livelli invariati di mRNA.
La diminuzione di proteine nei complessi ribosomiali e mitocondriali, insieme ai cambiamenti nella traduzione mitocondriale, è coerente con osservazioni più ampie sui cambiamenti mitocondriali indotti dall’invecchiamento.
Gli esperti suggeriscono che ulteriori studi su mammiferi, inclusi gli esseri umani, potrebbero portare a strategie farmacologiche per ritardare le patologie legate all’età e prolungare gli anni di vita sana.
Leggi il full text dell’articolo:
- Altered translation elongation contributes to key hallmarks of aging in killifish brain
Domenico Di Fraia et al.
Science3 89, eadk3079(2025). 31 Jul 2025 DOI:10.1126/science.adk3079
Fonte: Scuola Normale di Pisa (Laboratorio Bio@SNS)