COVID-19: le condizioni ambientali influiscono sulla stabilità del virus

Un nuovo studio condotto dal ricercatore della Marshall University M. Jeremiah Matson ha scoperto che le condizioni ambientali influenzano la stabilità della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) nel muco nasale umano e nell’espettorato.

SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia nota come COVID-19, è risultato essere meno stabile a umidità più elevata e temperature più calde. Nello studio, SARS-CoV-2 è stato miscelato con campioni di muco e espettorato nasali umani, che sono stati quindi esposti a tre diversi set di temperatura e umidità per un massimo di sette giorni. I campioni sono stati raccolti durante lo studio e analizzati per la presenza di virus infettivo e solo RNA virale, che non è infettivo. L’RNA virale è stato costantemente rilevabile durante lo studio di sette giorni, mentre il virus infettivo è stato rilevabile fino a circa 12-48 ore, a seconda delle condizioni ambientali.

In un secondo studio, pubblicato su Emerging Infectious Diseases, i ricercatori hanno valutato l’efficacia della decontaminazione del respiratore N95 e il riutilizzo contro SARS-CoV-2.

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Fonte: Marshall University M. Jeremiah Matson