I ricercatori del Broad Institute del MIT, Harvard Medical School, e gli ospedali Harvard-affiliati hanno identificato lo stato ‘pre-maligno’ delle cellule nel sangue che aumenta significativamente la probabilità che un individuo possa sviluppare tumori del sangue come la leucemia, linfoma (cancro dei globuli bianchi), o sindrome mielodisplastica (tumore del sangue). La scoperta, che è stata fatta in modo indipendente da due gruppi di ricerca, apre nuove strade per la diagnosi precoce e la prevenzione del cancro del sangue. I risultati di entrambi i team sono pubblicati nel New England Journal of Medicine.

Lo stato ‘pre-maligno’ individuato dagli studi dipende dall’età; è raro in persone sotto i 40 anni, ma appare con sempre maggiore frequenza con ogni decennio di vita che passa, appare in più del 10% di quelli con età superiore ai 70. I portatori di mutazioni sono soggetti ad un rischio complessivo del 5% di sviluppare una qualche forma di cancro del sangue entro cinque anni. Questa fase ‘pre-maligna’ può essere rilevato attraverso il sequenziamento del DNA dal sangue.
La maggior parte delle mutazioni è avvenuto in soli tre geni: dnmt3a, TET2, e ASXL1.

Il cancro è la fase terminale del processo“, ha detto Siddhartha Jaiswal, uno scienziato del Broad Institute. “Con il tempo è diventato un cancro clinicamente rilevabile accumulando diverse mutazioni che si sono poi evolute nel corso di molti anni. Quello che stiamo rilevando negli studi è la fase pre-maligna in cui le cellule hanno acquisito solo un avvio di mutazione“.
I risultati saranno presentati il 9 Dicembre all’American Society of Hematology (blood medicine) Annual Meeting che si tiene a San Francisco.

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Fonte ed approfondimenti: Broad Institute

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