La malattia di Parkinson non è una ma due malattie, che iniziano nel cervello o nell’intestino. Il che spiega perché i pazienti con Parkinson descrivono sintomi molto diversi e punta verso la medicina personalizzata come la via da seguire per le persone con malattia di Parkinson.
Questa è la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Aarhus in Danimarca pubblicato sulla principale rivista di neurologia “Brain“.
2 subtypes of Parkinson’s from Health Kommunikation.
“Con l’aiuto di tecniche di scansione avanzate (imaging PET e MRI), abbiamo dimostrato che la malattia di Parkinson può essere divisa in due varianti, che iniziano in punti diversi del corpo. Per alcuni pazienti, la malattia inizia nell’intestino e si diffonde da lì al cervello attraverso connessioni neurali. Per altri, la malattia inizia nel cervello e si diffonde all’intestino e ad altri organi come il cuore“, spiega il prof. Per Borghammer.
La scoperta potrebbe essere molto significativa per il trattamento del morbo di Parkinson in futuro, in quanto dovrebbe essere basata sul modello di malattia del singolo paziente.
“È stato da tempo dimostrato che i pazienti con Parkinson hanno un microbioma diverso nell’intestino rispetto alle persone sane, senza che noi ne comprendiamo veramente il significato. Ora che siamo in grado di identificare i due tipi di malattia di Parkinson, possiamo esaminare i fattori di rischio e i possibili fattori genetici che possono essere diversi per i due tipi” – conclude il prof. Per Borghammer.
Leggi il full text dell’articolo:
- Brain-first versus body-first Parkinson’s disease: a multimodal imaging case-control study
Jacob Horsager, Katrine B Andersen, Karoline Knudsen, Casper Skjærbæk, Tatyana D Fedorova, Niels Okkels, Eva Schaeffer, Sarah K Bonkat, Jacob Geday, Marit Otto, Michael Sommerauer, Erik H Danielsen, Einar Bech, Jonas Kraft, Ole L Munk, Sandra D Hansen, Nicola Pavese, Robert Göder, David J Brooks, Daniela Berg, Per Borghammer
Brain, awaa238, https://doi.org/10.1093/brain/awaa238
Fonte: University of Aarhus