Diversi studi sono stati, ad oggi, condotti a livello internazionale sul ruolo immunomodulatore della vitamina D, che parrebbe svolgere una funzione protettiva verso agenti infettivi. Tuttavia, non vi sono attualmente molte informazioni su come la vitamina D possa influire sull’insorgenza ed il decorso della malattia nota come Covid-19.

Ora un team di ricercatori – che vede coinvolte le Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa – guidato dal prof. Sandro Giannini dell’Università di Padova ha pubblicato sulla prestigiosa rivista «Nutrients» il primo studio che dimostra come la somministrazione di vitamina D in soggetti affetti da Covid-19 con comorbidità abbia potenziali effetti positivi sul decorso della malattia.

«La nostra è stata una ricerca retrospettiva condotta su 91 pazienti affetti da Covid-19, ospedalizzati durante la prima ondata pandemica nella area Area Covid-19 della Clinica Medica 3 dell’Azienda Ospedale-Università di Padova” afferma il prof. Giannini. “Nei soggetti che avevano assunto il colecalciferolo, il rischio di andare incontro a “Decesso/Trasferimento in ICU” era ridotto di circa l’80% rispetto ai soggetti che non l’avevano assunto. Il nostro lavoro dimostra, quindi, il potenziale effetto benefico della somministrazione della vitamina D in quei pazienti affetti da Covid-19 che, come molto spesso accade, presentano rilevanti comorbidità ed indica l’opportunità di condurre studi appropriati a conferma di questa ipotesi.»

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Fonte: Università di Padova

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