I ricercatori dell’ University of East Anglia (UEA) in Inghilterra hanno scoperto che non bisogna rinunciare alla proteina beta3-integrina, largamente espressa dalle cellule tumorali, che è stata un obiettivo terapeutico importante nella progettazione di farmaci anticancro negli ultimi due decenni. I dati della ricerca pubblicati sulla rivista Circulation Research indicano il motivo per cui la versione più avanzata della beta3-integrina, avß3-integrina, non ha portato i risultati attesi negli studi clinici di fase III per il trattamento di forme aggressive di cancro al cervello.

Questa ricerca spiega perché questi farmaci molto promettenti non incontrano con il successo che è stato anticipato e suggerisce una strada da seguire – come farli lavorare meglio“, ha detto Stephen Robinson della School of Biological Sciences, University of East Anglia.
Noi abbiamo identificato alcuni cambiamenti molecolari che fanno si che il tumore riesca a evadere dal farmaco, utilizzando una nuova via per creare i vasi. Questo puo’ portare alla scoperta di farmaci in grado di colpire entrambi i meccanismi, o a migliorare quelli esistenti”.

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Editorial: Tumor Angiogenesis
Fonte ed approfondimenti: University of East Anglia – Communications Office

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