Scienziati dell’Università di Zurigo hanno ridisegnato un adenovirus da usare nella terapia contro il cancro. Per raggiungere questo obiettivo descritto sulla rivista “Nature Communications“, hanno sviluppato un nuovo scudo proteico che nasconde il virus e lo protegge dall’eliminazione. Gli adattatori sulla superficie del virus consentono al virus ricostruito di infettare specificamente le cellule tumorali.
I virus hanno il loro materiale genetico e possono infettare le cellule umane in un modo molto specifico. Per le loro proprietà sono delle interessanti “navette genetiche” per combattere malattie ereditarie o cancro. Esistono innumerevoli virus diversi, ma l’adenovirus umano 5, che normalmente causa i sintomi di un tipico raffreddore, presenta notevoli vantaggi: il suo genoma può essere sostituito completamente da uno artificiale che contiene solo geni “utili“.
I ricercatori guidati dal professore Andreas Plückthun del Dipartimento di Biochimica dell’Università di Zurigo, sono riusciti a ricostruire i virus in modo tale da riconoscere e infettare efficacemente solo le cellule tumorali. Sono state create delle molecole che fungono da adattatori tra il virus e la cellula tumorale. I ricercatori hanno poi nascosto il virus sotto un nuovo rivestimento proteico, che serve come mimetizzazione per il virus e che lo protegge dal sistema immunitario. Questo impedisce che il virus venga eliminato dal fegato, che normalmente rimuove rapidamente gli adenovirus.
“Con questa navetta genetica, abbiamo aperto molte vie per trattare i tumori aggressivi in futuro, dal momento che possiamo produrre l’organismo stesso un intero cocktail di terapie direttamente nel tumore” – conclude il professore Andreas Plückthun.
Leggi il full text dell’articolo:
- Adenoviral vector with shield and adapter increases tumor specificity and escapes liver and immune control.
Markus Schmid, Patrick Ernst, Annemarie Honegger, Maarit Suomalainen, Martina Zimmermann, Lukas Braun, Sarah Stauffer, Cristian Thom, Birgit Dreier, Matthias Eibauer, Anja Kipar, Viola Vogel, Urs F. Greber, Ohad Medalia, and Andreas Plückthun.
Nature Communications. January 31, 2018. DOI: 10.1038/s41467-017-02707-6
Fonte: Università di Zurigo