I ricercatori guidati dall’Università dell’Alabama a Birmingham hanno perfezionato e convalidato un nuovo quadro per la diagnosi della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), identificando gli individui a rischio di gravi problemi respiratori che non soddisfano le attuali soglie diagnostiche.

  • La diagnosi tradizionale basata sulla spirometria e sulla soglia del rapporto FEV1/FVC < 0,70 non riesce a identificare alcune anomalie polmonari significative.
  • Lo studio multidimensionale pubblicato su JAMA ha utilizzato criteri maggiori e minori per classificare i pazienti, considerando sintomi come enfisema, ispessimento delle pareti bronchiali e bronchite cronica.
  • Il nuovo approccio ha identificato individui con BPCO che non mostravano ostruzione del flusso d’aria, prevedendo esiti peggiori come mortalità e frequenti esacerbazioni.
  • L’integrazione di imaging e sintomi migliora la diagnosi precoce e potrebbe ridurre le disparità diagnostiche, soprattutto tra individui afroamericani storicamente sottodiagnosticati.

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Fonte: University of Alabama

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