A cura del Dott. Gerardo Medea, Responsabile Scientifico GPG

Quando circa quattro anni fa GPG, primogenito e rivoluzionario “strumento di Governance” per i Medici di Medicina Generale Italiani, fece sentire i suoi primi vagiti, ci rendemmo subito conto che dovevamo con rapidità affrontare e risolvere un problema cruciale e vitale per il suo successo.

Nel database della cartella clinica elettronica di ogni MMG risiedono centinaia di migliaia di micro-informazioni agganciate al singolo paziente o anzi più precisamente al “singolo processo di cura”. Dati indispensabili, senza dubbio, per la gestione ragionata dei problemi soprattutto cronici dei nostri assistiti ma incapaci di “dialogare” e mettersi in relazione tra loro, di aggregarsi appropriatamente sì da descrivere le cure erogate per gruppi omogenei di patologia o di complessità del processo assistenziale o di convogliare in algoritmi operativi di supporto alla diagnosi e alla terapia.

Insomma, sentivamo il bisogno di dare loro un’anima e, al Medico, un modo completamente nuovo di osservare e riflettere sul suo operato: dal micro-evento all’assistenza nel suo complesso, dal singolo paziente (o problema) ad una strategia di popolazione. Per non guardar più il mondo attraverso il buco di una serratura ma comodamente seduti dietro l’oblò di un’astronave in orbita geostazionaria. Dunque una rivoluzione copernicana! E proprio questa è stata la “rivoluzione” GPG.

Il nostro problema era, dunque, spiegare e convincere i potenziali utenti che il GPG non è solo report di indicatori, standard, LAP, audit ma fa molto, molto di più… poiché risolve problemi, riduce il rischio di errore, aumenta la sicurezza dei pazienti, semplifica le complessità connaturate alla professione medica specie del MMG. Soprattutto, ci siamo convinti che era necessario fornire ai colleghi MMG una chiave di lettura dello strumento, per sfruttare al meglio tutte le sue, spesso celate, potenzialità operative.

La consultazione di GPG non si dovrebbe svolgere facendo scorrere noiosamente e stancamente le centinaia di videate che lo compongono, bensì mediante una lettura “integrata” dei diversi moduli, secondo percorsi logici, obiettivi professionali, strategie di miglioramento, magari un’idea di ricerca clinica sul campo o forse un personale progetto formativo. E più lo si fa… più il divertimento aumenta.

Il testo scritto da Gaetano D’Ambrosio risponde appieno a queste esigenze e leggendolo vi renderete conto, dandoci forse ragione, che il GPG non è un semplice / scontato “estrattore di dati”, ma un vero e proprio “sistema” che integra e completa la cartella Millewin, affiancando e assistendo il medico di famiglia nella sua complessa attività clinica.  E la nascita del GPG è stata più che mai opportuna e tempestiva, in questo momento in cui siamo di fronte ad un’opzione di cambiamento radicale che trasferirà sulle cure territoriali il compito della “governance” primaria del sistema sanitario, e molte responsabilità ricadranno sulle spalle dei MMG .

C’era e ci sarà sempre più bisogno di un strumento che puntasse all’eccellenza professionale basata sul miglioramento continuo della qualità delle cure in relazione alle risorse disponibili e mantenendo il paziente al centro della nostra attività così come viene oggi suggerito di fare nei programmi dei sistemi sanitari moderni ed evoluti.

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